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Andrea Magini

Addio a Riccardo Garrone


La morte di Riccardo Garrone,al di là del dispiacere per la perdita di un attore immenso ,mi dà lo spunto per una riflessione amara...dove è il ricambio generazionale? Riccardo Garrone era un grande attore, formato in una scuola vera come la Silvio D'Amico, in possesso di una tecnica sopraffina e di una recitazione garbata signorile, una padronanza dell'arte attoriale frutto di esperienza e disciplina ferrea ,di un rispetto per la professione che impone di non lasciare nulla al caso ....padrone del proprio corpo dalla gestualità alla mimica facciale ,virtuoso della voce con capacità di passare dall'italiano al dialetto , ecco al di là della scomparsa ...l'amarezza più grande è non vedere in circolazione attori in grado di portare avanti una scuola attoriale come quella italiana (che era unica al mondo) , se non poche mosche bianche in mezzo ad un nulla che offende una professione bellissima....ormai gli attori sono in balia di teatri pubblici fatiscenti e quasi mai disponibili a sperimentare e di teatri privati che a volte provano a fare qualcosa di diverso ma sono limitati da cronica mancanza di fondi e imbrigliati da normative che impediscono la sperimentazione ,scuole che non esistono più e accademie private troppo costose e spesso (a parte rari casi) non all'altezza di preparare gli allievi ( ci sono giovani attori che non sanno cosa sia la quarta parete ,addirittura comici !!) se le istituzioni non si prendono un attimo di tempo per ridisegnare ,regolamentare e attuare dei sistemi per ridare dignità a questo settore e fiducia a chi ci si vuole avvicinare rischiamo di vedere l'arte italiana affogare in un mare di niente e l'Italia questo non può permetterselo ....


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